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Galusè

Pesaro alla scoperta delle zone interne

Il Circolo Eleonora d’Arborea fa da Cicerone in Barbagia e nell’Oristanse

Da Pesaro a Mamoiada, passando per Ottana, Santu Lussurgiu, Oristano e Orgosolo Un tour dalle forti palpitazioni, per una comitiva di 22 viaggiatori capitanati da Ninna Cabiddu, orunese, presidente dell’Associazione sarda Eleonora d’Arborea di Pesaro, appunto. Un caso concreto di promozione dell’isola grazie agli emigrati sardi. Attraverso un sodalizio che conta tra i suoi iscritti anche non sardi “semplicemente curiosi delle cose del mondo”, sottolineano in coro. Protagonisti di questa tappa in Sardegna alla scoperta del carnevale isolano tra la Barbagia e l’Oristanese, in collaborazione con Galusè, tour operator di Cagliari, base operativa Nuoro, all’hotel Grillo. “Per un pesarese il carnevale sono gli stupendi carri di cartapesta che sfilano a Fano dai quali vengono lanciati caramelle, cioccolatini e confetti alla folla festante – racconta una signora -. E’ dunque facile capire perché, quando il bus si è fermato di fronte alla cattedrale di Ottana, nessuno di noi si aspettava cosa sarebbe successo”.

Una prima giornata carica di novità ed emozioni, con i boes e i merdules accompagnati dalla filonzana, “ma niente ci faceva presagire che ci saremmo trovati in mezzo a una folla di bambini e giovani mascherati che mimavano un rito antico”. Santu Lussurgiu , poi: con la sua Carrela ‘e nanti, “gente tranquilla, squisita, accogliente”. Mamoiada, ancora: ai Mamuthones e agli Issohadores “si è agiunto un gruppo greco a testimoniare che i rituali della primavera sono una costante del Mediterraneo e che la ospitale Sardegna è tutto fuorché chiusa nell’isolamento”. Oristano, e Orgosolo, tra Sartiglia e murales, sono stati un regalo a cielo aperto. (Luciano Piras, La Nuova Sardegna, martedì 28 febbraio 2023).

Le testimonianze

1- Ventidue pesaresi al carnevale sardo. L’Associazione sarda “Eleonora D’Aeborea” di Pesaro conta tra i suoi iscritti anche non sardi semplicemente curiosi delle cose del mondo. Ninna Cabiddu ne ha condotti 22 tra i monti della Barbagia e dell’Oristamese alla scoperta del carnevale sardo in collaborazione con Galusé, tour operator di Cagliari. Per un pesarese il carnevale sono gli stupendi carri di cartapesta che sfilano a Fano dai quali caramelle, cioccolatini e confetti vengono lanciati alla folla festante ed alcuni semplici dolci fritti nello strutto che rispondono al nome di cresciole. È dunque facile capire perché, quando il bus si fermò di fronte alla cattedrale di Ottana, nessuno di noi si aspettava cosa sarebbe successo. Durante la illustrazione della famosa pala nella cattedrale romanica di Ottana, attraverso le mura di pietra avevano cominciato a filtrare i rumori della festa. Alla rotatoria all’entrata del paese, Marco, che avrebbe guidato il gruppo con grandissima competenza ed encomiabile equilibrio, ci aveva detto che avremmo incontrato boes e merdules accompagnati da sa filonzana ma niente ci faceva presagire che ci saremmo trovati in mezzo ad una folla di bambini e giovani mascherati che mimavano un rito antico. La prima impressione fu che eravamo accolti in un evento vero e questa impressione venne confermata dalla guida che al museo ci illustra le maschere e gli altri reperti. Non era una guida ma una erede di Eleonora di Arborea che, bella, elegante e colta, ci accoglieva nella sua casa. Poi fuori di nuovo in mezzo alla gente che assisteva, senza segni di disapprovazione, i nostri goffi tentativi di misurarci con il passu torrau. Il resto della visita è stata la logica continuazione di questa prima giornata. A Santu Lussurgiu i giovani cavalieri celebravano la primavera galoppando per una stretta strada nel tentativo di colpire un simulacro di gallina. Gli sguardi d’intesa dei concorrenti mentre formavano la pariglia testimoniavano la tensione del momento. A Mamoiada ai Mamuthones e agli Issoadores si è aggiunto un gruppo greco a testimoniare che i rituali della primavera sono una costante del Mediterraneo e che la ospitale Sardegna è tutto fuorché chiusa nell’isolamento. Infine ad Oristano la splendida Sartiglia con il suggestivo e complesso rituale ci offriva una finestra verso le coste del Mediterraneo occidentale ed il Maghreb. Riportiamo in Continente questi bei ricordi e soprattutto facciamo nostro l’accorato appello di un partecipante alla festa di Mamoiada che su una voluminosa pelliccia di pecora innalzava un cartello con l’invito a “sentirsi mamuthones”. Qualcuno ha persino comprato i campanacci.

2- Perché visitare la Sardegna con Galusé? Un viaggio è una questione di equilibrio e ritmo. Condurre un gruppo significa saper combinare ciò che offre il percorso con le aspettative dei viaggiatori. Marco Galusé questo lo sa fare perché è colto senza essere saccente, premuroso senza essere invadente, preciso senza essere pedante. Ama ciò che illustra e riesce a comunicarlo senza mai scadere nel pittoresco e nella aneddotica. Magistrale la scelta di cominciare con la semplicità del Carnevale di Ottana che ha contribuito alla credibilità degli eventi successivi. Lo stesso dicasi per l’inserimento della presentazione dei giochi di ruolo a dimostrazione del nuovo che si sta facendo. Bravissime le guide locali che hanno saputo trasformare le visite in momenti di allegra accoglienza. Gastronomia all’altezza del tutto. Alberghi confortevoli. Massimo ha condotto il pullman con abilità e paziente attenzione alle esigenze dei viaggiatori. L’ottimo rapporto qualità prezzo vi permette di verificare senza preoccupazioni la attendibilità di quanto descritto. (Roberto Petrucci anche a nome degli altri 21 componenti il gruppo di Pesaro)

3- Marco Galusé, arriva con passo vellutato, silenzioso e dritto come gli uomini che hanno tanto da raccontare ma non si scoprono subito. I suoi grandi occhi, che tengono tutto sotto controllo sono teneri e sai da subito che ti puoi fidare da uno così. Marco, la nostra guida per la mia prima volta in Sardegna, ha organizzato un viaggio che incanta, portandoci nei luoghi del carnevale sardo: sacro, raffinato, popolare e pagano, i tanti aggettivi per un carnevale unico. Quattro giorni per quattro carnevali diversi, quattro luoghi dove la memoria si conserva e perdura. Il primo di loro, Ottana: con il suo Museo Arti e Tradizioni, una interessante mostra di Caratzas che inizia il tema delle originali maschere che troveremo poi per tutto il percorso. Secondo luogo, Mamoiada, con i suoi fantasmagorici e inverosimili Mamuthones, le sue sfilate surreali con suoni antichissimi miti, riti, culto legato alla terra, alla ruralità, e io che già mi sento Mamuthone nel cuore. Il terzo luogo è Santu Lussurgiu con la sua Sa Carrela ‘e nanti, paesino di gente tranquilla, squisita, accogliente dove ti offrono acquavite all’anice e dolci ricamati, vere opere d’arte, le copuletas. Meritevole la sosta al Museo della Tecnologia Contadina creato per la passione di un insegnante e la popolazione che donando ha capito l’importanza. Ultimo luogo carnevalesco è stato Oristano con la sua Sartiglia. La vestizione de su Componidori, che trasforma un uomo quasi in un semidio e benedice la folla con le viole, mi hanno fatto innamorare di questa terra bellissima di persone che curano il patrimonio conservando vestiti antichi e ricreando un artigianato vasto e notevole, leggende e usanze di un tempo che fu. Quest’approssimazione alla Sardegna l’abbiamo fatta anche attraverso la visita al paesino di Orgosolo, celebre per i murales nelle pareti delle case, evocazioni di ribellioni passate. Anche nel ristorante Supramonte, con il cibo degustato con le mani, altre reminiscenze antiche a sollecitare i sensi. Delicato e gourmet il ristorante L’Antica dimora del Gruccione. Marco ci ha fatto conoscere alcune importanti chiese del patrimonio sardo e una breve visita a Cagliari che accoglierà il nostro ritorno. La Sardegna è piena di misteri da scoprire, affidati al Tour operator Galusè, il miglior modo per svelarla è con Marco.

(Sono le testimonianze di Adelanna, Adina, Alberto, Anna, Antonella, Cinzia, Ester, Fabrizio, Fernando, Lalla, Laura, Luca, Maria Luisa, Maria Paola, Nelli, Nicola, Remo, Roberto, Simonetta, Stella, Teresa, Valeriano, il gruppo dei pesaresi guidati da Ninna Cabiddu)

Dalla pagina Facebook di Galusè

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